Otranto

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Le immediate vicinanze di Otranto erano abitate probabilmente già dal Paleolitico, certamente dal Neolitico; la città fu poi popolata dai messapi, stìrpe che precedeva i greci, quindi - conquistata da costoro entrò nella Magna Grecia e, ancora, cadde nelle mani dei romani, diventando presto municipio. L‘importanza del suo porto le fece assumere il ruolo di ponte fra oriente e occidente.
Otranto fu centro bizantino e gotico, poi normanno, svevo, angioino e aragonese. Nel 1480 fu espugnata dai turchi, che fecero strage della popolazione durante la battaglia di Otranto, uccidendo 800 persone: si tratta dei famosi beati Martiri idruntini.

CATTEDRALE DEI BEATi MARTIRI DI OTRANTO
Eretta nel 1088, la cattedrale misura 54 m di lunghezza e 25 m di larghezza. Costruita su 42 colonne monolitiche e tutte di riporto, diverse per qualità del granito e del marmo, per stile e tempo di produzione di cui si ignora la provenienza. Composta da 23 semicolonne che formano 45 campatele quadrate più tre dell'abside centrale suddivisi in 5 filari per 9, Alcune delle colonne sono lisce ed altre ricoperte da scanalature, per mezzo della disparità dei materiali, grazie ad una disposizione sapiente, creano l'effetto di grande omogeneità e non di confusione.
Sulla facciata a doppio spiovente spicca un portale barocco del 1764 e un rosone rinascimentale a 16 raggi con fmi trafori gotici di fomta circolare con transenne convergenti al centro, secondo l'arte gotico-araba della fine del XV secolo. 11 soffitto della navata centrale è formata a cassettoni in legno dorato e risale al 1698 mentre il paliotto dell’altare maggiore, in argento, è opera di oreficeria napoletana del 700. Alcuni affreschi parietali situati all'intemo del tempio e nella cripta evidenziano tracce bizantine, questa vera e propria opera d'arte, unica nel Mezzogiomo resistette all'invasione turca del 1480. Si dispiega lungo tutta la navata centrale, sul presbiterio, l'abside e i bracci del transetto, e vi è raffigurato Pimmaginario medievale, con ricchezza espressiva e secondo un senso di horror vacui che non risente dell'irregolarità dei tasselli né dell'assenza di plasticità.
Nella navata destra, in sette grandi armadi a muro presenti ne1l'abside, si conservano le ossa dei beati Martiri di Otranto. Sono i resti di ottocento e più cittadini sgozzati dai 'I`urchi sul Colle di Minerva il 14 agosto 1480, per non aver voluto rinnegare la fede cristiana. Otranto, per questo evento glorioso, è chiamata anche la `Città-martire'.